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Fonti:
Le recenti crisi
Negli ultimi 20 anni e non solo gli Approvvigionamenti delle PMI hanno dovuto adattarsi ai molteplici cambiamenti del mercato dei fornitori.
- Crisi finanziaria del 2008: Ha causato instabilità nei mercati globali e problemi di liquidità nella supply chain
- Crisi del debito europeo 2010-2012: Ha portato a instabilità nei mercati dell'Eurozona e difficoltà di accesso al credito
- Terremoto e tsunami in Giappone 2011: Ha causato interruzioni significative nella produzione elettronica e automotive globale
- Brexit 2016-2020: Ha creato incertezza nei rapporti commerciali con il Regno Unito e necessità di riorganizzazione delle supply chain europee
- Pandemia COVID-19 2020-2022: Ha causato interruzioni globali nelle catene di approvvigionamento e carenza di materiali
- Crisi dei semiconduttori 2021: Ha portato a severe carenze nella supply chain elettronica e automotive
- Blocco del Canale di Suez 2021: Ha paralizzato il commercio marittimo globale per 6 giorni con impatti sulla supply chain
- Crisi dei container 2021-2022: Ha causato aumenti significativi dei costi di trasporto e ritardi nelle spedizioni globali
- Crisi dei porti 2021-2023: Congestione nei principali porti mondiali con conseguenti ritardi nelle spedizioni internazionali
- Crisi energetica 2022-2023: Ha causato aumenti significativi dei costi energetici e delle materie prime
- Conflitti geopolitici 2022-2025: Hanno causato instabilità nelle rotte commerciali e nei prezzi delle commodities.
La lista è indicativa. È evidente come le crisi si susseguano e spesso si sovrappongano. Alcune, come il blocco del Canale di Suez, sono state così brevi da rendere impossibile qualsiasi azione correttiva.
L’efficienza degli approvvigionamenti come condizione necessaria alla competizione
L'efficienza è diventata la sfida cruciale degli approvvigionamenti. Perché l'avvento delle tecnologie abilitanti e, più recentemente, dell'Intelligenza Artificiale (AI) ha ridefinito significativamente gli standard di performance. In un mercato dei fornitori VUCA, caratterizzato da notevole incertezza nell'analisi del rischio, l'efficienza assume un ruolo strategico. Questo si manifesta nella capacità di gestire rapidamente sospensioni, annullamenti e modifiche degli ordini, nonché nella prontezza di individuare fornitori in aree geografiche alternative.
L'affermazione "L'efficienza ha un costo e tutte le PMI hanno un budget limitato" è una realtà che comporta scelte precise e conseguenze. Miriamo al digitale perché ha aperto nuovi scenari di efficienza, non solo grazie all'aumento della velocità di calcolo, ma soprattutto attraverso cloud, blockchain, realtà aumentata/virtuale e AI. È evidente che queste tecnologie sono cosi dirompenti da richiedere una revisione dei processi aziendali, in particolare negli approvvigionamenti. Sebbene sia possibile adattarle (con un costo extra) ai processi esistenti, sarebbe come montare un motore Ferrari in una Fiat 500. In sintesi, puntare alla massimizzazione del rapporto benefici/costi porta a progetti che semplificano i processi attraverso una digitalizzazione sostenibile, rispettando le buone pratiche aziendali. Questi progetti, condivisi e implementati in prima linea dal team degli acquisti, contribuiscono a smorzare la resistenza al cambiamento.
Fare un salto di efficienza abilita un numero maggiore di strategie possibili. Per esempio, l’introduzione di uno strumento di e-procurement permette un’efficienza maggiore perché la tabella comparativa è generata e aggiornata in automatico, perché c’è trasparenza nei dati, e cosi via. Il e-procurement permette di fare aste online prima impossibili. Quindi un salto di efficienza può richiedere un ciclo di formazione al team degli acquisti.
Le conseguenze sono significative. I progetti digitali orientati all'efficienza necessitano di una base dati di alta qualità, costantemente alimentata con dati strutturati e veritieri. Come si dice in gergo, "garbage in, garbage out" - dati scadenti producono risultati scadenti. Purtroppo, la maggior parte delle PMI dispone di dati di scarsa qualità e manca dei filtri necessari nel sistema di alimentazione. In sintesi, questi progetti richiedono un consistente lavoro di pulizia e strutturazione dei dati.
Per esempio, le PMI che progettano e producono possono scegliere di avere indistinta (BOM) per ogni componente commerciale un'alternativa, e gli approvvigionamenti di mantenere attivi due o più fornitori. Oppure, una PMI che acquista pezzi meccanici su disegno potrebbe investire nello scouting periodico in aree geografiche con dinamiche diverse. Queste pratiche sono già comuni tra le PMI. Tuttavia, con gli strumenti digitali appropriati per gli acquisti, perfettamente integrati in processi snelli, le stesse attività possono essere gestite con maggiore efficienza e trasparenza. Questo consente al team degli acquisti di fare la differenza anche nei momenti di crisi, riducendo il burnout.
Sebbene fin qui tutto sembri semplice, la situazione diventa più complessa quando si considera che ogni PMI ha la propria storia, tradizioni, dinamiche e prassi. Come procedere dunque? Il primo passo fondamentale è definire gli obiettivi. Basarsi esclusivamente sulle opinioni dei responsabili di funzione — ciascuno con i propri interessi specifici e diverso peso decisionale — può rivelarsi problematico. Allo stesso modo, affidarsi solo al fornitore di soluzioni informatiche rischia di portare a uno sbilanciamento, con il mantenimento dei processi esistenti e troppe personalizzazioni. La soluzione? Un professionista specializzato può fornire raccomandazioni indipendenti, essenziali per ottimizzare il rapporto tra efficienza e costi e aumentare le probabilità di successo.
Conclusioni
In conclusione, l'evoluzione dei software per gli approvvigionamenti e la vastità dei problemi che risolvono procede a un ritmo disorientante. Questo scenario presenta delle insidie. Lo sviluppo e l'implementazione di un progetto richiedono un notevole investimento di tempo da parte della Direzione — tempo che spesso scarseggia. La soluzione ottimale è duplice: 1) affidarsi a un consulente esperto per assessment, progettualità e implementazione; 1) gestire direttamente i fornitori di soluzioni informatiche per mantenere il controllo e ottimizzare i costi.
Report: Difficoltà di approvvigionamento e sfide nell’area acquisti delle PMI manifatturiere italiane
Le Piccole e Medie Imprese (PMI) manifatturiere italiane si trovano ad affrontare sfide significative nell’ambito dell’approvvigionamento e della gestione degli acquisti, che impattano pesantemente sulla loro competitività e sul fatturato. Diversi fattori contribuiscono a questa situazione complessa, tra cui l’aumento dei costi delle materie prime, le interruzioni delle supply chain, la carenza di manodopera qualificata e la lentezza nella transizione digitale (1).
Aumento dei costi delle materie prime
L’incremento dei prezzi delle materie prime essenziali rappresenta una delle principali sfide per le PMI manifatturiere. Tra il 2020 e il 2023, materiali come il rame e l’alluminio hanno subito aumenti di prezzo rispettivamente del 78% e del 64% (1). Questo ha comportato un aumento significativo dei costi di produzione, riducendo i margini di profitto delle PMI e influenzando la loro capacità di competere sui mercati internazionali (1).
Interruzioni della supply chain
Le interruzioni nella catena di approvvigionamento globale, accentuate dalla pandemia di Covid-19, hanno avuto un impatto notevole sul settore manifatturiero (1). La scarsità di container, l’aumento dei costi di trasporto e la carenza di componenti elettronici hanno creato problemi a cascata per l’intero settore (1). I tempi medi di consegna di alcuni componenti chiave sono aumentati significativamente tra il 2020 e il 2022 (1). Le PMI, che spesso dipendono da fornitori esterni e non hanno la stessa forza contrattuale delle grandi multinazionali, subiscono ritardi nella produzione e aumenti dei costi a causa di queste interruzioni (1).
Carenza di manodopera qualificata
La mancanza di competenze tecniche avanzate, soprattutto nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), rappresenta un’altra sfida critica (1). Le PMI faticano a competere con le grandi aziende per l’assunzione di tecnici specializzati, poiché spesso non possono permettersi di offrire salari elevati (1). Questa carenza di personale qualificato influisce negativamente sulla capacità delle PMI di adottare tecnologie avanzate e di migliorare l’efficienza produttiva (1).
Lento processo di transizione digitale
Molte PMI italiane sono indietro nell’adozione di tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale e l’Internet of Things (IoT) (1). Solo una piccola percentuale di PMI ha implementato soluzioni Industria 4.0, esponendole al rischio di perdere competitività rispetto ai concorrenti stranieri (1). La transizione digitale è fondamentale per ottimizzare i processi di approvvigionamento, migliorare la gestione della supply chain e aumentare l’efficienza operativa (1).
Impatto sul fatturato
L’insieme di queste difficoltà incide significativamente sul fatturato delle PMI manifatturiere italiane. L’aumento dei costi delle materie prime e le interruzioni della supply chain portano a una contrazione della produzione industriale (2). Inoltre, l’incertezza legata all’introduzione di dazi doganali su materie prime provenienti da Cina e altri paesi extraeuropei potrebbe scatenare ulteriori crisi per le PMI italiane, mettendo a rischio la loro attività produttiva (2).
Strategie adottate dalle PMI
Nonostante le sfide, le PMI italiane stanno adottando diverse strategie per migliorare la gestione degli acquisti e mitigare i rischi di approvvigionamento. Un numero crescente di aziende manifatturiere sta scegliendo di collaborare con fornitori domestici per aumentare la resilienza e ridurre la dipendenza da mercati esteri (3). Alcune imprese hanno attuato il “backshoring”, riportando in Italia la fornitura di materiali per aumentare la resilienza e migliorare la qualità dei prodotti (3). Tuttavia, è importante considerare che la mancanza di alcuni materiali nel territorio nazionale potrebbe limitare un rientro generalizzato delle forniture (4).
Gestione del rischio di fornitura
La gestione dei rischi di fornitura è un aspetto cruciale per proteggere le aziende manifatturiere (5). Tuttavia, molte PMI italiane non utilizzano sistemi organici per la valutazione dei processi di fornitura, evidenziando una mancanza di preparazione di fronte alla complessità del tema (5). È fondamentale che le PMI implementino soluzioni coerenti con la propria realtà, investendo nella formazione del personale e adottando pratiche standardizzate per il monitoraggio dei rischi (5).
Fonti
- https://www.impreseterritorio.org/it/visione/blog-delle-idee/manifattura-e-pmi-le-mosse-per-superare-la-crisi-e-ripartire.html
- https://finanza.repubblica.it/News/2025/02/14/lombra_dei_dazi_le_pmi_italiane_a_rischio-171/
- https://www.logisticanews.it/resilienza-e-innovazione-tra-le-pmi-quanto-sono-preparate-alle-interruzioni-delle-catene-di-fornitura/
- https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/scenari-geoeconomici/dettaglio/strategie-internazionali-imprese-italiane
- https://www.ilsole24ore.com/art/gestire-rischio-fornitura-e-obiettivo-indifferibile-le-pmi-AFFJ5gSD
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