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Strategia: (5.2) Make or buy - The Purchasing Chessboard

 




Per determinare cosa è "make" e cosa è "buy" conviene ragionare per approssimazioni successive. Due sono i passi:
  1. Dare una regola su cosa ragionevolmente dovrebbe essere fatto in casa "make";
  2. Di quello che rimane si ragiona in termini di costo e tempi.
I ragionamenti che andremo a fare sono veri in generale ma potrebbero essere sbagliati nel singolo. Per esempio La Coste (produttore di abbigliamento) è solo un marchio commerciale, la La Coste è priva di impianti produttivi.

Cosa ragionevolmente dovrebbe essere Make?

Secondo una regola empirica, le attività che costituiscono la competenza principale di un'azienda o le attività che hanno un vantaggio di costo sostenibile dovrebbero essere eseguite internamente.
Il Make richiede delle competenze fondamentali 
che possono essere riconosciute sulla base di due criteri:
Primo criterio:
In primo luogo, è necessario valutare se un determinato prodotto o processo sia strategicamente importante per l'azienda. Prodotti o processi di importanza strategica sono quelli che incarnano una
tecnologia proprietaria 
o hanno un alto valore per il cliente. Un modo per misurare l'importanza strategica è la spesa in Ricerca e Sviluppo (R&S) sostenuta per il prodotto in questione.
Secondo criterio:
E' di natura operativa, vale a dire che 
l'azienda ha prestazioni operative migliori di quelle dei fornitori. 
Queste "prestazioni operative" possono essere valutate sulla base di quattro fattori:
    • affidabilità del processo, 
    • qualità del servizio
    • qualità del prodotto,
    • capacità produttiva.

Di tutto il resto cosa facciamo?

Due sono i criteri per valutare se intraprendere la strada del Make o del Buy:
Primo criterio:
differenza tra costo di produzione totale e migliore offerta tratta
se la differenza è negativa conviene il Make, se e positiva conviene il Buy. Ciò può essere fatto confrontando i costi dell'azienda con quelli di fonti alternative. In questo contesto, è necessario un alto grado di "onestà dei costi". Soprattutto quando si tratta di valutare le attività svolte internamente, accade spesso i costi siano valutata troppo ottimisticamente, eludendo alcune perdite di efficienza e trascurando parte dei costi indiretti, più in generale a causa della mancanza di un fattore per gli imprevisti. Questo criterio comprende anche la valutazione del tasso di utilizzo interno della capacità e come, in caso di sottoutilizzo, l'insourcing può fungere da leva.
Secondo criterio:
percentuale di miglioramento del costo nel tempo. 
Se il primo criterio è una condizione necessaria nella fase iniziale, il secondo e nel medio/lungo termine.

NB: Il post si ispira alla scacchiera degli acquisti della Kearny
 

www.pbagnariol.com 

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